Mi sono spesso chiesta come siano stati vissuti tutti quei luoghi da me progettati nel tempo e come siano anche cambiati. La stessa domanda me la sono posta durante i giorni di quarantena, come stanno? “chissà come se la passano” Ho chiesto ai miei clienti di mandarmi una testimonianza foto/ video di quei luoghi da me progettati da quelli domestici, solitamente abbandonati alla loro solitudine e ora “invasi” 24 ore al giorno, a quelli pubblici pensati per far fluire e accogliere la gente e ora momentaneamente chiusi e inanimati infine ai cantieri appena aperti e ora sospesi. Li ho raccolti qui in questo album di bordo. Grazie a tutti voi e ai vostri spazi. Grazie per averli voluti progettare e pensare con me e grazie per averli ora condivisi in quel difficile momento del resto noi siamo anche i nostri corpi.
Corpo e mente si confrontano di continuo tra loro e con il luogo vissuto. Le nostre maniere, la nostra condotta cambia anche in virtù dello spazio che occupiamo. Lo sanno bene architetti scenografi e tutti quelli che studiano Lo Spazio. L’empatia che si crea tra corpo/mente/spazio definisce in parte il grado di benessere e serenità ma può creare anche sgradevolezza finanche alterigia. Ecco, tutto questo per dirvi che la cosa che più mi ha fatto più piacere in questa raccolta degli “spazivissutiinquarantena” è stato vedere che c’è consolazione e spontaneità nel vivere la casa. Alla mia domanda: come viviamo quegli spazi che avevamo pensato in questi giorni di quarantena? La risposta è stata partecipativa, per quel che ci è consentito serena e naturale.