Mabile: La Cucina Mobile (2014)

Che si tratti di un oggetto o di un concetto, ogni cosa a cui pensiamo è definita dai suoi stessi limiti: una scatola non può contenere un palazzo, una frase non può narrare il racconto di una vita. Non fanno eccezione la cucina e la disabilità, la prima definita dalla sua specifica funzione e collocazione nell’immaginario delle persone, la seconda universalmente intesa come limitazione per antonomasia. Ma perché i confini devono necessariamente essere costrittivi? Perché non è possibile cercare nuove opportunità funzionali nell’ambito di precisi impedimenti? Sono le domande che ci siamo posti nella fase di progettazione di Mabile, una cucina pensata per aiutare chi è colpito da disabilità a svolgere autonomamente tutte le mansioni che appartengono a quell’ambiente.

La chiave per il superamento dei limiti connaturati alla disabilità ed alla cucina comunemente concepita l’abbiamo trovata nel rendere abile la cucina stessa, dandole possibilità di movimento dei moduli nella nuova disposizione degli elementi e degli elettrodomestici che la compongono. Essa inoltre può essere chiusa come un vero e proprio baule, consentendone un agile spostamento all’interno della casa stessa o nell’eventualità di un trasloco. Di fatto la formulazione di un nuovo paradigma che costringe a rivedere la staticità del più classico elemento abitativo. Le sue misure contenute, insieme alla sua capacità di movimento, la aiuteranno a trovare dimora anche negli spazi meno flessibili come uffici sale mense. Uscirà poi, vestita di acciaio, per abitare tutti gli spazi esterni, dal giardino al terrazzo.