Abhajour (2011)

“Dove c’è molta luce l’ombra è più nera” scriveva Goethe.
È da questa frase che nasce il progetto Abhajour. Abha in sanscrito significa luce abbinato al jour ci rimanda alle sonorità
del abat jour francese. Questa frase applicata alla funzione della
lampada, ne enfatizza il valore “estetico/emozionale”.
Non è possibile pensare alla luce ignorandone il suo elemento
complementare, ovvero il buio. Ed è proprio il buio in cui la luce si
manifesta a determinarne il prezioso valore poetico.
Mi sono quindi chiesta come trasporre in oggetto materiale e tangibile
questa realtà. Il buio e la luce diventano i due elementi che si prendono
cura l’uno dell’altro Ed ecco che La luce diventa in qualche modo
tutore non solo del suo opposto e quindi del buio ma anche di altri
oggetti. Alcune sfere di vetro soffiato emettono una luce raccolta entro la quale gli oggetti e noi stessi troviamo il riparo necessario per godere a pieno della nostra intimità. E allora succede che in un piccolo spazio, in queste piccole sfere di vetro, alcuni oggetti in ceramica bianca opaca e alcuni elementi naturali trovano nella luce il loro tutore-curatore. La luce si prende cura di alcuni piccoli oggetti naturali e grazie a loro viene raffigurata nel rimando delle loro ombre perché come diceva Hopper “La luce ha bisogno di forme naturali per essere raffigurata” ed aggiungo è proprio il buio a determinarne il suo valore poetico”.